L'Olanda, da sempre simbolo della tolleranza, tra sostenitori e polemiche, recentemente sta adottando una politica repressiva nei confronti degli immigrati.
L'Olanda è da sempre stato un Paese simbolo di tolleranza in cui la democrazia non era soltanto una bella parola, ma qualcosa che si poteva sperimentare giorno dopo giorno. Il diritto alla diversità è probabilmente ciò a cui gli olandesi hanno sempre tenuto maggiormente.
Quello che un tempo era caratterizzato da un rapporto tumultuoso a causa del difficile equilibrio del popolo olandese, da un lato eternamente guardingo e tipicamente ostinato, dall'altro proteso verso l'amore per la riflessione e la libertà, in tempi meno recenti, aveva dimostrato, di accettare qualsiasi compromesso.
Il diritto alla libertà è sancito quale diritto fondamentale di cui non si dovrebbe essere mai privati, la costituzione olandese difatto prevede un trattamento paritario per tutti coloro che risiedono nel proprio Stato senza alcuna discriminazione per motivi di religione, credo, opinioni politiche, razza, sesso o altro, eppure qualcosa negli ultimi tempi sta cambiando.
Forse anche per effetto della lotta tra Oriente e Occidente che negli ultimi anni è al centro delle controversie internazionali, per qualche episodio da parte degli stessi extracomunitari nei confronti degli abitanti della terra in cui chiedono di vivere ma soprattutto nei confronti della religione musulmana che può minacciare la libertà delle donne, la tolleranza verso le droghe leggere e la pratica dell'eutanasia, tutto ciò che la liberale Olanda ha di più caro. Tra le altre questioni, la stessa Costituzione prevede comunque per i nuovi arrivati, l'accettazione dei doveri imposti e delle responsabilità sociali prescritte dal Governo locale.
Recentemente si sta puntando tutto sull'assimilazione culturale, volontaria o meno, e sullo scoraggiare l'arrivo di nuovi immigrati adottando misure restrittive nei confronti dei richiedenti asilo presenti anche da anni nei Paesi Bassi.
Già dal 2002, l'atteggiamento del popolo olandese nei confronti delle minoranze etniche è radicalmente cambiata. Ha iniziato a muovere i primi passi una politica secondo cui l'Olanda è già piena di immigrati, visto che avendo 16 milioni di abitanti, il 6 per cento è di origine straniera, in particolare proprio di musulmani che sono circa un milione.
Un movimento di coscienze ha preso piede dopo gli omicidi di Pim Fortuyn avvenuto il 7 maggio 2002 e, successivamente, del regista Theo Van Gogh avvenuto lo scorso Novembre 2004 ad opera di un marocchino, episodio quest'ultimo, che ha fatto aumentare la diffidenza già presente in molti olandesi. Ormai, sembra che l'atteggiamento ostile della gente si sia effettivamente consolidato nonostante gli sforzi della Regina Olandese Beatrice e del primo ministro Balkenende nel voler continuare ad appoggiare l'Islam nel loro Paese.
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