Ayaan Hirsi Ali, un' immigrata somala, si batte contro l'orrendo rito della infibulazione che ha dovuto subire in età infantile e praticata nel suo Paese di origine. Un'usanza che umilia e offende la donna, negandogli di fatto i propri diritti individuali e la propria dignità. Una vita di sofferenza, lo scampato matrimonio forzato organizzato dalla famiglia l'ha portata a fuggire in diversi Paesi prima di trovare ospitalità in Olanda, dove adesso è deputata del VVD. Dopo aver scritto la sceneggiatura del cortometraggio "Submission" e il libro "Non sottomessa" per denunciare le pratiche degradanti alle quali l'Islam più estremista sottopone la donna, oggi, con una condanna che le pende sulla testa deve girare scortata nella libera Olanda. Ayaan spera che i musulmani occidentali possano riconoscere l'anacronisticità del vivere secondo l'esempio del profeta Maometto. Soltanto in questo modo, secondo lei, potranno liberarsi dalla gabbia in cui tengono prigioniere le loro donne e quindi anche se stessi.
L'infibulazione è definita come la circoncisione femminile o la mutilazione genitale, nel dettaglio: clitoridectomia, escissione e qualsiasi altra operazione che provochi effetti dello stesso genere.
La pratica e' fortemente radicata soprattutto in Africa quale esempio emblematico e significativo dell'acculturazione. Questa orrenda violenza nei confronti delle donne, oggi, non è riuscita ancora ad essere sconfitta da nessuna religione. Ne è stata vittima, come dalla stragrande maggioranza delle bambine del suo Paese, Ayaan Hirsi Ali, immigrata somala e politica liberale olandese che ha sperimentato di persona l'oppressione islamica sulle donne, sul proprio corpo e tramite i racconti di altre donne, da lei raccolti come interprete in alcune cliniche in cui si praticano aborti e in un centro di accoglienza per donne maltrattate e minacciate. Nelle società islamiche come quella da cui lei proviene, infatti le donne sono mal trattate e peggio considerate: delle 'fabbrica-bambini'.
Oggi la rifugiata somala è divenuta olandese, ed è stata eletta parlamentare per il partito liberale, dopo essere entrata in collisione con chi nel suo Paese obbliga le donne all'infibulazione, ribellandosi a questa violenza. Per questo, deve vivere scortata anche se nella liberissima Olanda, dove è stata minacciata di morte dagli estremisti islamici "integrati" del Paese.
Il materiale raccolto dalla sua esperienza con le vittime della violenza, è stato lo spunto per i testi del film "Submission" ('Sottomissione') di cui la stessa Ayaan Hirsi Al ha scritto la sceneggiatura; un corto che infiammando il dibattito pubblico, è stato ideato per denunciare le pratiche degradanti alle quali l'Islam più estremista sottopone la donna. Nel film, infatti un'attrice che compare avvolta in un velo semitrasparente, lascia intravvedere sulla sua pelle le cicatrici e alcuni versi particolari del Corano.
Il Film è stato girato da regista e polemista Theo van Gogh che fu assassinato nella sua stessa terra per non aver nascosto, in questo modo, le critiche verso l'Islam.
Proprio in Olanda dove, prima ancora che venisse ammazzato l'anno prima Pim Fortuyn, l'omicidio politico era sconosciuto da secoli. Ritenuto blasfemo dai fondamentalisti islamici, il regista è stato ucciso da un immigrato marocchino ben integrato in un cultura che ritiene gli infedeli apostati tra la propria gente persone da condannare a morte.
A suo dire, la sua, infatti, era una polemica nei confronti di quella che secondo questo movimento viene definito finta integrazione islamica, quella che vorrebbe introdurre la sharia nelle proprie comunità inserite in occidente, che umilia e offende la donna con l'infibulazione e la negazione di diritti e dignità, che insulta e perseguita i gay.
Da questo grave evento è emerso la consapevolezza del fallimento del multiculturalismo, e proprio nella tollerante Olanda in cui la minoranza musulmana ha lanciato un chiaro messaggio: "tenetevi alla larga dai nostri usi famigliari e dalle nostre pie devozioni".
Per quanto riguarda l' infibulazione, il governo olandese ha deciso almeno di elaborare le regole per i medici e le infermiere nella sanità pubblica pediatrica per influenzare l'atteggiamento delle donne ed aiutarle ad abbandonare questa orrenda tradizione che le obbliga alla mutilazione genitale.
Durante un intervista, Ayaan Hirsi Al nel raccontare la sua infanzia in Somalia, riferi' di alcuni incresciosi episodi che dovette subire sin da bambina, come quello del maestro di scuola coranica che, visto che non si lasciava picchiare ubbidientemente per non aver imparato a farsi l'inchiostro da sola per ricopiare i versetti, le sbatté la testa contro il muro, mandandola all'ospedale con un trauma cranico, la fuga (il padre Hirsi Magan, era un noto leader dell'opposizione al dittatore Siad Barre che fu costretto a rifugiarsi all'estero nel 1976 con tutta la famiglia) da Mogadiscio dove è nata nel 1969, all'estero all'età di soli 6 anni, dapprima in Arabia Saudita, dove le donne sembra siano ridotte al rango di animali domestici, poi in Etiopia per un anno e mezzo e in Kenia per 11; il rigetto della sua famiglia, dopo il rifiuto a 22 anni di un matrimonio che non voleva perchè combinato da suo padre con un suo cugino, e infine la richiesta di asilo in Olanda. Sarebbe dovuta andare in Canada, dove l'aspettava l'uomo con il quale avrebbe dovuto sposarsi, ma in un uno scalo in Germania, decise di cambiare direzione partendo poi in treno per l'Olanda. Un altro episodio che la segnò fu la sorella libera in questa terra ma poi travolta dal senso di colpa e dalla conversione ortodossa si suicidò.
In Olanda, dopo aver imparato l'olandese, la laurea in scienze politiche, oggi a 36 anni è diventata parlamentare, prima per il partito socialdemocratico, poi per il partito liberale.
Giornali, radio e tv parlano di lei e delle sue aspre critiche alla società islamica tanto da ricevere una fatwa con la condanna a morte.
Tale rito le comporta la perdita del contatto con la famiglia e con la comunità di appartenenza, oltre alla tragica sorte di vivere con una condanna sulla testa; condanna che, secondo il corano, può essere eseguita da qualsiasi musulmano.
Nel gennaio del 2005 è tornata in Parlamento, dopo aver trascorso mesi in una località segreta, negli Stati Uniti. Oggi continua a battersi per favorire l'emigrazione nei Paesi Bassi del popolo non occidentale, l'emancipazione delle donne e l'aiuto ai paesi in via di sviluppo. In Somalia dove sono musulmani al 100%, se dovesse fare quello che fa nel Parlamento olandese, sarebbe stata giù uccisa, tuttavia deve girare scortata in l'Olanda, la terra in cui probabilmente credeva che sarebbe stata finalmente libera, di dire quello che voleva, senza subire minacce.
Hirsi è una donna molto energica che ha saputo trarre dagli avvenimenti della sua sofferenza di vita la forza per condurre in modo deciso la attività politica e sociologica: la lotta, che contesta anche al partito di sinistra olandese, all´indifferenza per le mutilazioni genitali e alla proposta di introduzione della sharia nelle vertenze famigliari musulmane residenti in occidente per l'affermazione di una sorta di leva sulla libertà sessuale e quindi individuale.
Hirsi Ali sostiene che ogni discussione sulla compatibilità tra islam e democrazia, islam e diritto, islam e libertà sessuale, non è altro che un tentativo di salvare un sistema che, ossessionato dalla verginità, non è compatibile con lo sviluppo individuale che ogni società realmente moderna richiede ai suoi cittadini. E' impressionante sentire proprio da una donna musulmana la denuncia di una chiusura dell'islam come radice dell'ignoranza che affligge larga parte dei paesi arabi.
La sua speranza è che i quindici milioni di musulmani che si trovano in occidente, proprio perchè favoriti dalle condizioni del luogo in cui vivono, possano essere illuminati nel cominciare a guardarsi dal di fuori e liberarsi dalla sensazione di essere culturalmente accerchiati, e fare quindi della autocritica mettendo alla prova i valori morali dettati dal Corano, riconoscendo l'anacronisticità del vivere secondo l'esempio del profeta Maometto. Soltanto in questo modo, secondo lei, potranno liberarsi dalla gabbia in cui tengono prigioniere le loro donne e quindi anche se stessi.
Ayaan Hirsi Ali, nominata "europea dell'anno" dal Reader's Digest, ha anche scritto un libro dal titolo "Non sottomessa" in cui racconta la sua vita e il suo distacco dalla fede, uno strappo radicale con la tradizione islamica. L'ultimo capitolo è intitolato '10 suggerimenti per le donne musulmane che vogliono fuggire di casa' e si conclude con proprio con la sceneggiatura di 'Submission' Part 1.