Ayaan Hirsi Ali, ancora una volta protagonista nello scenario politico olandese, al centro di una disputa tra l'ex ministro dell'immigrazione Rita Verdonk e il piccolo partito liberale D66 che ha portato allo scioglimento della coalizione di governo di centro-destra uscente, annunciato qualche giorno prima dall'ex premier Jan Peter Balkenende.
Qualche giorno fa, il primo ministro Jan Peter Balkenende (del Christen Democratisch Appèl - Cda) ha
annunciato le dimissioni della sua coalizione di centro-destra che sarebbe rimasta al potere fino a Maggio 2007.
L'ex primo ministro olandese Ruud Lubbers e' stato incaricato dalla Regina Beatrice di avviare i
negoziati per la formazione di un governo. L'esecutivo dovra' essere minoritario e formato da cristiano-democratici e
liberali.
Nelle elezioni anticipate è probabile la svolta a sinistra dei Paesi Bassi: nei sondaggi i laburisti sono in vantaggio. Ma non è sicuro
che, se si andasse al voto, sarebbero in grado di costituire una coalizione di maggioranza.
Tutto ha avuto origine da una disputa tra il ministro dell'immigrazione e la ex-parlamentare di origine somala Ayaan Hirsi Ali
Il più piccolo fra i tre partiti della coalizione di governo di centro-destra uscente, aveva chiesto le dimissioni
del controverso ministro per l'immigrazione, Rita Verdonk, esponente del Vvd (Volkspartij voor Vrijheid en
Democratie), il partito liberale-conservatore. Ma alla risposta negativa del premier, il partito liberale aveva
ritirato il suo appoggio, mettendo in minoranza la coalizione governativa.
Il piccolo partito D66 rischiava di scomparire perchè stava per diventare inutile all'interno della maggioranza e
questa secondo molti era una scusa per mettersi in mostra. Si tratta di un movimento politico che va molto forte sul
tema delle libertà individuali, ed era già in disaccordo con la Verdonk sui suoi modi un po' "bruschi"
nell'affrontare il problema dell'immigrazione.
Dall'altra parte l'ex primo ministro è stato accusato di essere stato troppo consenziente nei confronti della Verdonk
che non ha voluto congedare per non perdere preziosi voti dell'elettorato olandese.
In realtà, tutto andava per il verso giusto e l'attuale maggioranza sarebbe rimasta al potere se non ci fosse stato a
rovinare questo equilibrio la questione delicata dell'immigrazione, dell'integrazione e delle minoranze
musulmane.
Secondo quanto riferito dal giornalista Aart Heering, corrispondente per l'Italia del quotidiano olandese "Algemeen
Dagblad", la Verdonk ha rifiutato in tutti i modi di andarsene da sola e ha perfino preteso una lettera di scuse da
parte di Hirsi Ali, mentre la colpa in parte è stata sua.
Ayaan Hirsi Ali è infatti diventata il capro espiatorio di una serie di vendette incrociate interne al partito
conservatore di cui sia la deputata di origine somala sia il ministro dell'immigrazione Rita Verdonk hanno fanno
parte. L'allora rifugiata di origine somala aveva ammesso di aver mentito sui suoi dati anagrafici e le le sue
generalità al momento della richiesta d'asilo nel 1992 per ottenere la cittadinanza olandese, e il ministro
all'immigrazione Verdonk aveva deciso di revocarle la cittadinanza chiedondo il ritiro del suo passaporto. Poi aveva
cambiato idea, ma ormai il danno era fatto.
Ayaan Hirsi Ali, ha recentemente lasciato il suo incarico governativo e si è rifugiata negli Stati Uniti, in un
intervista ha detto che non le piace affatto l'idea che tutto ciò sia accaduto per causa sua.
Ayaan Hirsi Ali, è la battagliera accusatrice dell'integralismo musulmano, già sceneggiatrice del film-denuncia sulla
condizione delle donne nell'Islam per il quale perse la vita il regista Theo Van Gogh.