Da quasi cinquant'anni si sono avvicendate diverse proposte per cambiare la normativa che aveva chiuso definitivamente l'epoca delle case di tolleranza, una disegno di legge recante le nuove disposizioni in materia di prostituzione vorrebbe far esercitare il 'mestiere più antico del mondo' in appartamenti privati. Le cifre di oggi del fenomeno per l'aumento dell'immigrazione clandestina e le riflessioni di alcuni esponenti di punta del Comitato per i Diritti Civili delle prostitute.
Sia prima della legiferazione che dopo e ancora negli ultimi quarant'anni, si sono succeduti scontri, battaglie civili e politiche, anche nel tentativo di cambiare la normativa che aveva chiuso definitivamente l'epoca delle case di tolleranza che è stata sempre al centro di vivaci discussioni parlamentari e non; diverse sono state le proposte che avrebbero dato alle lavoratrici una loro identità lavorativa con tutte le caratteristiche e le tutele tipiche tra pensione, assistenza e previdenza, il pagamento delle tasse e l'obbligo di controlli medici periodici.
Dopo il sondaggio degli italiani che aveva espresso positivamente la riapertura delle 'case', si sono avvicendate diverse proposte: dalle 'colline dell'amore' dell'onorevole Antonio Bruno, a quella della Federcasalinghe per una 'prostituzione autogestita', a quella da esercitare all'interno delle case, magari nell'ambito di un esercizio cooperativo, senza contare quella sconcertante, perchè fatta da un sacerdote, Don Andrea Gallo che suggeriva di considerare le prostitute come lavoratrici autonome, di favorire la formazione di cooperative fra loro e di concentrarle tutte in zone a luci rosse.
L'ultimo disegno di legge messo a punto dal ministero delle Pari opportunità, tutt'ora all'esame del Parlamento, ha invece confermato alcuni divieti imposti dalla legge Merlin, vietando l'esercizio della prostituzione in luoghi pubblici e aperti al pubblico e comunque nelle strade. I punti principali del provvedimento riguardano essenzialmente le multe ai clienti e no al ripristino dei vecchi bordelli e dei più moderni 'eros center' ma a far discutere è soprattutto la possibilità di esercitare il mestiere nei condominii, che potrebbe trasformarli in veri e propri 'casini'
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Secondo la Corso, esponente del Comitato per i Diritti Civili delle prostitute, anche la riapertura, in versione aggiornata, delle 'case chiuse' non risolve alcun problema. «Anche qui le donne straniere, per lo più clandestine, non potranno usufruire di queste nuove misure e anzi le vivranno come una forma di schedatura».
Il fenomeno negli ultimi tempi, sta raggiungendo dei livelli impressionanti, complice infatti l' aumento dell'immigrazione clandestina che proprio per il fatto che la prostituzione e in particolare quella clandestina non è soggetta a rigidi controlli, trova terreno fertile per attecchire e riprodursi facilmente. Come ha riferito Pia Covre, altro esponente di punta del Movimento per i diritti delle prostitute, in Italia, si calcola che le lucciole siano circa 50.000. L'80% straniere. L'immigrazione ha alzato l'offerta e abbassato i prezzi, e alle italiane conviene sempre meno prostituirsi anche se hanno trovato altre strade per farlo.
Secondo invece le stime del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, vi sono tra le 15.000 e le 18.000 donne coinvolte nella prostituzione. Approssimativamente il 10% di queste donne è vittima di tratta, per queste lo stato italiano consente di ottenere un permesso di soggiorno temporaneo e di lavorare in Italia dopo aver completato un percorso di protezione sociale.
Lo spettacolo offerto da lucciole e transessuali a tutte le ore del giorno e della notte, in periferia e in centro di grandi città come Roma, è indecente e offensivo, occorre oggi dunque un provvedimento legislativo che disciplini e governi questo fenomeno sempre più dilagante. Putroppo il 'mestiere più antico del mondo' sembra essere ineliminabile e i sistemi proibizionisti non danno certo esiti positivi, perché creano un mercato clandestino e sotterraneo con tutte le immaginabili conseguenze di sfruttamento e vulnerabilità delle donne. Infatti, subito dopo l'introduzione della legge Merlin si ebbe immediatamente un effetto opposto e contrario, ossia un aumento della prostituzione libera.
Quindi perchè, seguendo il modello olandese, non consentirlo solo in zone adibite e protette lontane dalla città ma controllate e sottratte alla malavita, proibendolo e allontanandolo dalle strade dove i cittadini possono tranquillamente girare senza dover assistere a spettacoli pietosi; questo senza contare la possibilità di fermare il dilagare dei reati connessi alla prostituzione e all'immigrazione illegale. Si potrebbe risolvere in questo modo anche il problema sanitario, sottoponendo quanti esercitano la professione a controlli medici periodici oltre che censirli e schedarli. Inoltre per arginare la concorrenza extracomunitaria, ma soprattutto per tutelarla, visto che l'applicazione della Legge Merlin, interpretata in maniera restrittiva, penalizza molto le persone che si prostituiscono, secondo sempre Pia Covre, si dovrebbe riconoscere la prostituzione come un lavoro, con relativi diritti e doveri (fisco).
La proposta in lio dei Ministri delle nuove disposizioni regolamentano anche i diritti civili e l'esercizio in appartamenti privati da non più di due prostitute per appartamento, ma questo sembra non possa avere successo, visto che è impossibile far approvare, in un'assemblea di condominio, l'ingresso di donne particolari che ricevono in casa notte e giorno.
Tuttavia, è già un passo avanti sul quale Pia Covre ha espresso delle riflessioni Lo stesso comitato per i diritti delle prostitute di cui fa parte, in occasione del XX° anniversario ha persino presentato Puttanopoly, un gioco tipo Monopoli ideato per far capire il mondo della prostituzione. Ad ognuno dei partecipanti è assegnata una carta d'identità e un contratto per l'ingresso in Italia con nome, nazionalità e obiettivo, che può essere utilizzato per esempio per mantenere la famiglia lontana. La strada per raggiungere il traguardo sarà impervia ma mai priva di speranza.
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