L'esperienza di un'italiana in Olanda che riflette su alcune sue sensazioni e sulle aspettative di questa terra che sembra esserle ostile. Il comportamento delle autorità nei controlli sui permessi di soggiorno che la fa sentire una straniera quando in realtà non dovrebbe esserlo dato che siamo tutti cittadini di una grande Europa
Ecco l'esperienza di Rossella, un'altra italiana in Olanda.
La lettura non è una delle più piacevoli, probabilmente non era un bel giorno per lei ma in qualche modo esprime i sentimenti e le sensazioni di alcuni nostri italiani che vivono in terra straniera.. infatti sono proprio queste le parole che lei usa, quando, parlando in particolare del comportamento della polizia olandese nei controlli su permessi di soggiorno,. si sente per la prima volta straniera.. ma non dovrebbe essere così dato che siamo tutti cittadini di una grande Europa
E poi la cultura degli olandesi nei confronti di chi straniero in realtà non lo è, è davvero così inflessibile e rispettosa di tante regole, nessuna esclusa ?
Dal suo Blog:
Vi copio ciò che ho scribacchiato in treno nella tratta che ho percorso giovedì, ovvero da Hengelo ad Alkmaar, passando e ripassando per Amsterdam. Vivo in una regione isolatissima e la vita non è affatto facile come me la aspettavo.
[...]
Vorrei sempre vederla così, l'Olanda, dal finestrino di un treno. Per ammirare la sua superficiale perfezione. Per non dover subire le piccole angherie e gli sguardi malvagi delle piccole persone di una provincia lontana, di periferia e confine, dove gli stranieri non vengono accettati. Dal treno caldo vedo le vacche grasse, le pecore, le papere sul canale ordinate, come quelle che si mettono nel presepe a Natale.
I giardini ugualmente perfetti e decorati sono spesso facciate di case sporche, polverose, piene di scarafaggi, vermi e topi.
L'Olanda di provincia è molto dura ed io non me l'aspettavo.
Oggi scappo, al nord, a un convegno internazionale di persone come me. Non vedo l'ora di confrontarmi. E poi un paio d'ore ad A'dam mi rinfrancheranno un po'. Ho bisogno di respirare aria di città. Voglio dimenticare, per oggi, la mia villetta lontana dal mondo, lontana dalle fermate del bus, dai negozi, dalla stazione, da qualunque spazio sociale. Voglio dimenticare i cani lasciati sciolti da padroni stronzi, che mordono. Ti strappano il giubbino. E nessuno ti chiede scusa. Voglio dimenticare la polizia di notte, che circonda la casa e sale sul tetto. Che ti sveglia con le torce puntate in faccia. Carta d'identità, contratto di lavoro, contratto di affitto di casa.
Io sono straniera, mi sento per la prima volta straniera, quando da sempre mi sono considerata europea.
Grazie, contadini del Twente.
>> Un dibattito di alcuni italiani in Olanda